Recital pianistico di Letizia Michielon

Festa per San Giovanni

Mercoledì 22 giugno 2016, ore 20.00
Sale Apollinee del Teatro La Fenice

PROGRAMMA

Frydeyk Chopin (1810-1849)

5 Mazurkas op. 6
- 1. Mazurka in F sharp minor
- 2. Mazurka in C sharp minor
- 3. Mazurka in E major, Vivace
- 4. Mazurka in B flat minor, Presto ma non troppo
- 5. Mazurka in C major, Vivo

4 Mazurkas op. 7
- 1. Mazurka in B flat major, Vivace
- 2. Mazurka in A minor, Vivo ma non troppo
- 3. Mazurka in F minor
- 4. Mazurka in A flat major, Presto ma non troppo

Waltz in E flat major op. 18

Scherzo n. 1 in B minor op. 20

* * *

Letizia Michielon
…l’infinito sorriso delle onde… (2015)

Frydeyk Chopin

Sonata n. 2 in B flat minor op. 35
- I. Grave – Doppio movimento
- II. Scherzo
- III. Marche funèbre
- IV. Finale. Presto

 

 

Letizia Michielon - www.letiziamichielon.it
Veneziana, ha curato la propria formazione artistica con il M° E. Bagnoli, sotto la cui guida si è diplomata con lode nel 1986, appena sedicenne, presso il Conservatorio “B.Marcello”. Si è successivamente perfezionata con M. Tipo, K. Bogino e A. Jasinski. Nel 1984 ha esordito con un recital lisztiano alla “Wiener Saal” del Mozarteum di Salisburgo, intraprendendo giovanissima la carriera concertistica. Vincitrice di numerosi concorsi nazionali e internazionali, borsista Bayreuth e presso la Fondazione G. Cini di Venezia, ha tenuto recital in Europa, Canada e Stati Uniti suonando in sale prestigiose (Mozarteum di Salisburgo, Centro Schönberg di Vienna, Università della Musica di Vienna, Kunstuniversität di Graz, Casal del Metge di Barcellona, Sala De Falla a Madrid, Accademia Chopin di Varsavia, BKA Theater di Berlino, Mozart Hall di Bratislava, Abravanel Hall di Salt Lake City (Utah), Pollock Hall di Montreal, New York University, Teatro la Fenice di Venezia, Conservatorio “G. Verdi” di Milano, Teatro Olimpico di Vicenza nell’ambito delle Settimane Musicali, Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo, Teatro “G. Verdi” e Teatro Miela di Trieste). Ha preso parte a numerosi Festival Internazionali di Musica Contemporanea e ha suonato con il “Quartetto di Venezia” e l’Ex Novo Ensemble. Si è esibita con importanti orchestre tra cui l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, l’Orchestra Sinfonica Siciliana, l’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto e l’ Orchestra Philarmonia Italiana. Sue registrazioni e interviste sono state trasmesse dalla RAI, Radio della Svizzera Italiana, Radio Televisione di Capodistria, Radio di S. Lake City e NHK di Tokyo. Con Limen Music ha avviato l’incisione integrale in cd-dvd delle Sonate e principali opere pianistiche di L.v. Beethoven (2013, 2014); sempre per Limen, è stato pubblicato un cd-dvd con i Préludes II Livre di Debussy e La Valse di Ravel (2014). Di prossima uscita l’avvio dell’integrale chopiniana. Titolare di cattedra di Pianoforte principale presso il Conservatorio “G.Tartini” di Trieste, nello stesso istituto insegna inoltre Repertori del XX secolo e Filosofia della Musica. Parallelamente all’attività pianistica, ha coltivato la formazione compositiva con D. Zanettovich e R. Vaglini, sotto la cui guida si è diplomata a pieni voti nel 2008 presso il Conservatorio “B. Marcello” di Venezia. Alcuni dei suoi lavori, editi da Ars Publica, sono stati eseguiti dal Quartetto Ex Novo e dall’Ensemble L’Arsenale nell’ambito di prestigiosi festival di musica contemporanea (tra cui Biennale Musica di Venezia 2009 e 2010, Ex Novo Musica, Lo spirito della musica di Venezia organizzato dal Teatro La Fenice, Festival di Perpignan- Francia, Festival Colab London, Festival BKA di Berlino, Festival di Limoux, Festival Paesaggi Sonori di Trento, Festival le 5 Giornate di Milano, Compositori a confronto di Reggio Emilia). In dicembre del 2011 ha debuttato compositivamente a New York con la prima assoluta di Spira Mirabilis, brano cameristico commissionatole dal prestigioso Washington Square Ensemble. Laureata con lode in Filosofia a Ca’ Foscari, ha conseguito il PhD in Scienze Pedagogiche e Didattiche presso l’Università di Padova. Ha pubblicato per Il Poligrafo “Il gioco delle facoltà in F. Schiller” (2002) e “L’archetipo e le sue metamorfosi. La Bildung nei romanzi di Goethe” (2005). Di recente è uscito per Mimesis “La chiave invisibile. Spazio e tempo nella filosofia della musica del XX e XXI secolo” (2012), raccolta di contributi di due convegni di Filosofia della Musica Attualmente collabora con il gruppo di ricerca guidato dal prof. Mario Gennari presso l’Università di Genova con il quale ha pubblicato il volume “Menschenbildung. L’idea di Formazione dell’uomo in J.H. Pestalozzi” (Il Melangolo, Genova, 2014). Ha da poco iniziato un Ph.D in Filosofia presso l’Università Ca’ Foscari con una tesi sulla filosofia della musica in L.v. Beethoven.

L’infinito sorriso delle onde (2015)
Il titolo del pezzo è tratto da un verso del Prometeo incatenato di Eschilo, testo su cui Massimo Cacciari e Luigi Nono stavano lavorando durante l’elaborazione del Prometeo. In quegli stessi mesi veniva alla luce il suggestivo brano pianistico …..sofferte onde serene … a cui questa composizione desidera rendere omaggio. Il materiale motivico si sorregge su alcuni spunti tratti dall’opera dedicata a Pollini: i clusters conclusivi e l’intervallo di quinta che nel lessico di Nono incarna l’idea del dolore ma anche quello della speranza. L’atmosfera di attesa e smarrimento evocata dall’introduzione è illuminata da risonanze rese possibili dal pedale tonale: una sorta di invisibile presenza, indicibile,diafana. La seconda parte irrompe con un elemento costruito su sovrapposizioni di quinte che utilizzano una scrittura simile a Cordes a vide di Ligeti. La stessa cellula, invertita di segno, caratterizza l’implorazione da cui prende vita un episodio ossessivamente rigirante su se stesso. L’intensificazione drammatica sfocia nel Più mosso ove gli squarci di grappoli accordali si alternano a vortici e fragili palpitazioni di note ribattute. Dopo il ritorno del Tempo I, spezzato dal cluster col pugno che infrange la superficie ghiacciata degli accordi in pp, tesi sui registri estremi della tastiera, sorgono trilli rilucenti in cui appaiono un barbaglio di speranza e apertura metafisica, avvolti in una spirale protesa verso altre dimensioni. L’eco dell’ introduzione illumina un vasto spazio in cui riemerge la risonanza creata dal terzo pedale. Consumata dai trilli, la sostanza materica evapora nelle evocazioni dei clusters introduttivi, su cui si erge una domanda sconsolata, resa vibrante dal pedale tonale e dal rintocco di campana nei registri più gravi. Ma la speranza, come suggeriva Nono, coglie di sorpresa e il brano termina con un’improvvisa intuizione che spezza le barriere ontologiche e collega a cieli di azzurri silenzi.