Recital per la festa di San Giovanni

Venerdì 22 giugno 2018, ore 20.30

Sale Apollinee del Teatro La Fenice

Beethoven e la speranza

pianista Letizia Michielon

  • Programma
    - musiche di Ludwig Van Beethoven (1770-1827)
     
  • Sonata in sol maggiore op. 31 n. 1
    Allegro vivace
    Adagio grazioso
    Rondò. Allegretto
  • Sonata in re minore op. 31 n. 2 (“La tempesta”)
    Largo - Allegro
    Adagio
    Allegretto
  • Sonata in mi bemolle maggiore op. 31 n. 3 (“La Caccia”)
    Allegro
    Scherzo: Allegretto e vivace
    Minuetto: Moderato e grazioso
    Presto con fuoco

Li volavamo, Diotima e io, vagavamo come rondini
da una primavera del mondo all’altra,
attraverso l’ampia regione del sole e oltre,
verso le altre isole del cielo,
verso le coste dorate di Sirio, nelle valli degli spiriti di Arturo…
(F.Hölderlin, Hyperion, volume I, Libro II, 673-676)

BEETHOVEN E LA SPERANZA
Adorno, nella monografia incompiuta dedicata al compositore tedesco, dedica alcune delle sue pagine più suggestive al tema della speranza (Hoffnung), definita “la più alta categoria metafisica di Beethoven” , un’ “immagine senza immagini” restituita dalla musica in modo immediato attraverso il linguaggio sonoro. La speranza si congiunge all’inatteso in quanto apertura al possibile, intuita da un pensiero analogico, eccentrico, non predeterminato e identificante, ma radiale, polifonico, capace di lasciarsi sorprendere e di rinnovarsi in una continua palingenesi. Un pensiero in grado di consentire all’altro la libertà (Freiheit) di essere e diventare anche ciò che non è, poiché la Freiheit su cui si fonda è saldamente radicata nella dimensione divina intesa come fonte di assoluta purezza, bellezza, saggezza e creatività. Numerose sono le opere beethoveniane in cui grandiosa si erge l’allegoria della speranza. Se nel Trio della Marcia funebre della Sonata op. 26 e in quello dell’Eroica essa è la luce che illumina l’infinito cammino richiesto dall’imperativo morale kantiano, nella Sonata 81a (Das Lebewohl, L’Addio) si congiunge al tema della gratitudine, del volgersi indietro nel congedarsi, sentimenti che rappresentano un baluardo dell’humanitas e dell’amicizia.
“Vieni, speranza, non far impallidire l’ultima stella a me affranta; oh vieni,
illumina la mia meta, pur sì lontana, l’amore la raggiungerà”

canta Leonore nel I atto del Fidelio.
Ma è soprattutto nell’Adagio della Sonata op. 31 n. 2 (La tempesta), in particolare nel secondo tema, a lungo atteso, che si svela, secondo Adorno, “lo spirito della musica di Beethoven”, ovvero l’evocazione della speranza intesa come “realtà estetica che appare al di là della apparenza estetica”, quel dire “altro” oltre l’apparire che la riflessione filosofica consente di evocare senza mai poterlo definire compiutamente. L’intero ciclo delle tre Sonate op. 31 si nutre alle fonti di questo spirito vitale, intriso di ottimismo ma anche di disperazione. Composti tra il 1801 e il 1802, gli anni della conclamata sordità e del drammatico testamento di Heiligenstadt, i tre capolavori costituiscono un arco unitario che trova il proprio baricentro proprio nell’Adagio della Tempesta. Se la prima Sonata esplora la solarità sprigionata dall’apertura al nuovo e la forza consolante di una libertà hegelianamente fondata sulla forza aggregante della relazione, la Tempesta appare come una lacerazione, una ferita che Beethoven trasforma però in un prezioso svelamento metafisico. La ruota del destino del terzo movimento sembra trascinare inesorabilmente nel meccanismo della fatale necessità ma Beethoven lascia l’ultima parola ancora una volta alla Hoffnung, che schiude inattesa l’attacco del primo movimento de “La Caccia”. Se lo Scherzo sembra progettare il mondo che verrà, il Presto con fuoco conclusivo travolge con i ritmi vorticosi di tarantella e una vitalità febbrile e contagiosa, capace di slanciare inebriata “verso le altre isole del cielo”. Letizia Michielon

Letizia Michielon veneziana, ha curato la propria formazione artistica con il M° E. Bagnoli, sotto la cui guida si è diplomata con lode nel 1986, appena sedicenne, presso il Conservatorio “B. Marcello”. Si è successivamente perfezionata con M. Tipo, K. Bogino, P. Masi, M. Mika e A. Jasiski. Nel 1984 ha esordito con un recital lisztiano alla “Wiener Saal” del Mozarteum di Salisburgo, intraprendendo giovanissima la carriera concertistica. Vincitrice di numerosi concorsi nazionali e internazionali, borsista Bayreuth e presso la Fondazione G. Cini di Venezia, ha tenuto recital in Europa, Canada e Stati Uniti suonando in sale prestigiose (Mozarteum di Salisburgo, Centro Schönberg di Vienna, Kunstuniversität di Graz, Casal del Metge di Barcellona, Sala De Falla di Madrid, Accademia Chopin di Varsavia, BKA Theater di Berlino, Mozart Hall di Bratislava, Abravanel Hall di Salt Lake City (Utah), Pollock Hall di Montreal, New York University, Teatro La Fenice e Fondazione Vedova di Venezia, Conservatorio “G. Verdi” di Milano, Teatro Olimpico di Vicenza, Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo, Teatro “G. Verdi” e Teatro Miela di Trieste). Ha preso parte a numerosi Festival Internazionali di Musica Contemporanea e ha suonato con il “Quartetto di Venezia” e l’Ex Novo Ensemble. Si è esibita con importanti orchestre tra cui l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, l’Orchestra Sinfonica Siciliana, l’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto e l’Orchestra Philarmonia Italiana. Sue registrazioni e interviste sono state trasmesse dalla RAI (Rai Tre, Rai 5), Radio della Svizzera Italiana, Radio Televisione di Capodistria, Radio di S. Lake City e NHK di Tokyo. Con Limen Music ha avviato l’incisione integrale in cd-dvd delle Sonate e principali opere pianistiche di L.v. Beethoven e di F. Chopin; sempre per Limen, è stato pubblicato un cd dvd con i Préludes Il Livre di Debussy e La Valse di Ravel. Titolare di cattedra di Pianoforte principale presso il Conservatorio “G. Tartini” di Trieste, nello stesso istituto insegna inoltre Repertori del XX secolo e Filosofia della Musica. Ha tenuto master pianistici presso le Università di Londra, Madrid, Vienna, Graz, Varsavia, Lugano, Novi Sad, e O’Porto, all’accademia Chopin di Varsavia, alla New York University e alla Mc Gill University di Montreal. Parallelamente all’attività pianistica ha coltivato la formazione compositiva con D. Zanettovich e R. Vaglini, sotto la cui guida si è diplomata a pieni voti nel 2008 presso il Conservatorio “B. Marcello” di Venezia. Alcuni dei suoi lavori, editi da Ars Publica, sono stati eseguiti nell’ambito di prestigiosi festival di musica contemporanea (tra cui Biennale Musica di Venezia, Ex Novo Musica, Lo spirito della musica di Venezia, Festival di Perpignan-Francia, Festival di Limoux, Festival BKA di Berlino, Trieste Prima e Festival Satie di Trieste, Festival Paesaggi Sonori di Trento, Festival le 5 Giornate di Milano, Compositori a confronto di Reggio Emilia). Nel 2011 ha debuttato compositivamente a New York con la prima assoluta di Spira Mirabilis, brano cameristico commissionatole dal prestigioso Washington Square Ensemble, gruppo che l’ha reinvitata per una prima assoluta nel 2018. Il prossimo ottobre la Mitteleuropa Orchestra eseguirà un suo brano sinfonico, in occasione della parteci- pazione all’integrale dei concerti per pianoforte e orchestra di Beethoven cui è stata invitata a esibirsi come solista. Laureata con lode in Filosofia a Ca’ Foscari, ha conseguito il Dottora- to di Ricerca in Scienze Pedagogiche e Didattiche presso l’Università di Padova; sta attualmente completando il secondo Ph.D in Filosofia presso l’Università Ca’ Foscari con una tesi sul Beethoven di Adorno. Ha pubblicato per la casa editrice Il Poligrafo, Mimesis, Il Melangolo, Castelvecchi, il Corriere Musicale.